Il trattamento della vulvodinia deve essere olistico e prendere in considerazione non solo l’area primaria del dolore, ma anche il suo impatto globale sulla qualità di vita, sulla funzione sessuale e sulla relazione di coppia. Occorre definire le priorità della terapia e coinvolgere, se necessario, un team specializzato nella cura del dolore e ogni altro professionista della salute che possa contribuire a una terapia efficace.
L’approccio multidisciplinare è indispensabile se sono presenti comorbilità, specie se sono coinvolte localizzazioni extra-ginecologiche, e/o se sono presenti fattori predisponenti alle comorbilità: questi casi possono richiedere l’intervento, del gastroenterologo, del neurologo, dello psichiatra, dell’urologo, del fisioterapista, dello psicoterapeuta e/o dello psicologo clinico.
È necessario chiedere alla paziente quali altre terapie abbia eventualmente seguito in passato e con quali risultati.
La strategia terapeutica messa in atto contro la vulvodinia e il dolore cronico dovrebbe essere dunque multimodale e multidisciplinare. Un intervento multimodale consiste nell’uso di più terapie, in modo coordinato. Un intervento multidisciplinare prevede la partecipazione di più discipline mediche. La letteratura è concorde nell’affermare che i programmi di cura multidisciplinari sono più efficaci di quelli convenzionali nel ridurre l’intensità del dolore riferito dalla paziente.
Gli obiettivi della terapia sono:
- Ottimizzare il controllo del dolore, nella consapevolezza che una sua totale scomparsa potrebbe non essere possibile
- Ripristinare le funzioni lese dal disturbo e migliorare lo stato di benessere fisico e psicologico
- Ridurre al minimo la probabilità di eventi avversi
- Migliorare la qualità di vita.
Questi obiettivi si raggiungono affrontando i seguenti fattori:
- Riduzione dei fattori scatenanti (trigger) e degli stimoli irritativi:
- Indossare biancheria in cotone non colorato
- Indossare pantaloni comodi o gonne, evitare i collant
- Usare solo detergenti intimi approvati dermatologicamente e ginecologicamente
- Non usare bagno schiuma, prodotti per igiene femminile, creme e saponi profumati
- Urinare prima che la vescica sia completamente piena
- Prevenire la stipsi assumendo fibre (se non vi è comorbilità con sindrome del colon irritabile) oppure preferire lassativi tipo macrogol e bere almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno
- In caso di vaginiti recidivanti da candida, ridurre o eliminare i lieviti naturali e artificiali, gli zuccheri semplici (glucosio)
- In caso di intolleranza al glutine (celiachia), data la comorbilità tra stati infiammatori del colon e vaginiti recidivanti, effettuare dieta adeguata eliminando il glutine
- In caso di intolleranza al lattosio ridurre o eliminare i latticini, e provvedere ad adeguata introduzione di calcio (1000 mg al dì)
- Usare solo assorbenti e tamponi di cotone al 100%
- Evitare le attività fisiche che possano esercitare una pressione diretta sulla vulva, come andare in bicicletta o a cavallo.
- Blocco della nocicezione periferica
- Inibizione centrale
- Trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico associate
- Trattamento delle complicanze psicosessuali della sindrome dolorosa.